Anche quest’anno Nimaia ha partecipato all’UX Day, l’evento di riferimento per designer, product strategist e chiunque lavori nella progettazione di esperienze digitali centrate sull’utente. Una giornata ricca di talk ispiranti e confronti pratici, da cui torniamo con nuovi spunti da integrare nel nostro lavoro quotidiano.
Mappare per comprendere: quando un grafico vale più di un report
Uno dei momenti più stimolanti è stato il talk “Vedere per credere: mappare sistemi complessi per trovare problemi e soluzioni”.
L’idea chiave? Dopo la raccolta dei dati, una mappa visuale può sostituire (e superare) un report scritto.
Le visualizzazioni aiutano a:
✔ individuare problemi ricorrenti
✔ creare una “memoria visiva” per il team
✔ facilitare il dialogo con il cliente
✔ confrontare facilmente dati aggiornati nel tempo
Il valore sta nel progettare il grafico con cura, considerando ogni elemento: colori, dimensioni, simboli. Un lavoro visivo ben fatto può migliorare radicalmente la comprensione e la collaborazione tra team.
Customer insight in B2B? Basta saper ascoltare (meglio)
Un altro intervento molto concreto ha esplorato il tema della ricerca utente in contesti B2B con risorse limitate. La chiave è cambiare prospettiva: i clienti parlano già, ogni giorno.
Sta a noi intercettare quelle conversazioni:
- unendosi alle call di onboarding o supporto
- ricontattando chi scrive per problemi o idee
- monitorando email, ticket, Slack e chatbot
“Non dobbiamo partire da zero: le informazioni ci sono già, basta saperle organizzare.”
Centralizzare questi dati e renderli accessibili permette di trasformare conversazioni sparse in decisioni consapevoli.
Quando l’UX ha radici (verdi): il caso Treedom
Il progetto di Treedom ha messo in luce come anche un’esperienza digitale possa comunicare valori profondi, come la sostenibilità ambientale e sociale.
Come coinvolgere l’utente in un’esperienza che “non vedrà mai”?
Piantare un albero online significa progettare per fiducia, impatto e consapevolezza.
Treedom ha ridefinito il flusso regalo, unito customer care e design, e testato l’interfaccia con pretotipi leggeri e metriche reali (“skin in the game”).
Un caso studio che ci ha ricordato quanto sia importante educare senza spaventare, comunicare positività e offrire strumenti concreti per agire.
In conclusione
L’UX Day 2025 ci ha lasciato con una certezza: l’UX è un lavoro di ascolto continuo. Che si tratti di mappe complesse, customer feedback o alberi da piantare, progettare bene significa comprendere prima, agire meglio e comunicare in modo autentico.